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BENESSERE E SALUTE
    
ATTENZIONE:Le informazioni riportate sono di carattere informativo, generale e non curativo.NON sono da considerarsi un' alternativa ad una cura farmacologica e/o ad una diagnosi medica.Si ricorda e raccomanda pertanto agli utenti, di rivolgersi SEMPRE ad uno specialista qualificato per diagnosi mediche e/o prescrizione di qualsiasi terapia.
Il padiglione BENESSERE e SALUTE è curato e diretto da:

       Marcuglia dott. Dino


         d.ssa Mimoza Koci

Valutazione e trattamento dei D.S.A.
(Disturbi Specifici dell’Apprendimento).

 Cosa sono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento ?
Il termine di “Disturbo Specifico di Apprendimento” fa riferimento ad una specifica categoria diagnostica dal punto di vista clinico e scientifico, identificata da precisi criteri oggettivi e valutabili.
È necessario distinguere l’espressione “Disturbo di Apprendimento” dal termine “Difficoltà di Apprendimento”, in quanto quest’ultimo include molteplici forme di difficoltà che si possono presentare in ambito scolastico.
Il disturbo è un’alterazione di uno o più processi all’interno di un sistema, da cui risulta una perdita parziale o totale di una funzione, o un uso inefficiente.
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Valutazione e trattamento dei D.S.A. Disturbi Specifici Dell’Apprendimento LEGGI TUTTO
Esso è innato, persistente , impedisce la normale acquisizione di abilità, è resistente all’intervento ed all’automazione.
 
La difficoltà non è innata, è temporanea è suscettibile di variazioni nel rendimento, modificabile con interventi didattici mirati, ed automatizzabile anche se con tempi dilatati.
 
Definiamo l’apprendimento come processo pervasivo nello sviluppo umano, dal quale è impossibile sfuggire, un continuum di processi caratterizzati da due forme ben definite: Apprendimento Esplicito ed Apprendimento Implicito.
 
L’apprendimento esplicito (definito anche dichiarativo), ad esempio l’apprendimento scolastico;  e quello implicito (definito anche procedurale),  che porta come esempio quello motorio ed il linguaggio.
 
Definiamo che cos’è un’abilità: la capacità di eseguire una procedura composta da una sequenza di atti in modo rapido, standardizzato e con basso dispendio di risorse attentive.
 
Le caratteristiche dell’abilità  si possono configurare in queste definizioni:
 
1)      Predisposizione in partenza;
 
2)      Esposizione a stimoli adeguati;
 
3)      La semplicità e stabilità degli atti da apprendere facilitano l’acquisizione.
 
Più si ripete la sequenza più rapida è l’acquisizione dell’abilità.
 
Definiamo ora cos’è una disabilità: difficoltà o incapacità di costruire una serie di azioni per raggiungere lo scopo.
 
Perché ci sia una disabilità occorrono alcune condizioni: mancata predisposizione e la mancanza di prerequisiti.
 
In questo caso l’allenamento non produce gli effetti attesi, non scatta l’automatismo, la traccia non si deposita in modo stabile, quindi l’automazione risulta carente.
 
Automatizzare significa, come per la lettura, decodificare in modo automatico, rapido e corretto il grafema (linguaggio scritto), in fonema (linguaggio orale).
 
Per la scrittura, trasformare il linguaggio verbale, tenendo conto delle regole linguistiche, in linguaggio scritto in modo automatico, rapido e corretto.
 
Nonostante manchi ancora un pieno accordo da parte della comunità scientifica internazionale sulla definizione di Disturbo Specifico dell’Apprendimento, la definizione più completa ad oggi risulta essere data da Hammil (1990):
 
learning disability (L.D.), si riferisce ad un gruppo eterogeneo di disturbi manifestati da significative difficoltà nell’acquisizione e nell’uso di abilità di ascolto, espressione orale, lettura, ragionamento e matematica, presumibilmente dovuti a disfunzioni del sistema nervoso centrale. Possono coesistere con la L.D. problemi nei comportamenti di autoregolazione, nella percezione sociale e nell’interazione sociale, ma non costituiscono di per sé una L.D.
 
Le Learning Disabilities possono verificarsi in concomitanza con altri fattori di handicap o con influenze intrinseche (culturali, di istruzione, ecc.) ma non sono il risultato di quelle condizioni o influenze”.
 
Quindi si può affermare che i  DSA sono una alterazione dello stato fisiologico e psicologico dell’organismo, che può ridurre, modificare negativamente, fino ad eliminare le funzionalità normali del corpo. Questi disturbi sono di natura neurobiologica e riguardano circa il 15% della popolazione scolastica, con maggiore frequenza nella scuola secondaria, attribuibili a fattori ambientali o condizioni morbose non eclatanti.
 
“Questa categoria di disturbi verrebbe a raccogliere una gamma diversificata di problematiche nello sviluppo cognitivo e nell’apprendimento scolastico, non imputabili primariamente a fattori di handicap mentale grave e definibili in base al mancato raggiungimento (per i quali esiste un largo consenso), rispetto alle potenzialità generali del soggetto”.[1]
 
La principale caratteristica di questa categoria nosografica, è quella della “specificità”, con riferimento al fatto che il disturbo interessa uno specifico dominio di abilità in modo significativo ma circoscritto, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale.
 
In questo senso, il principale criterio necessario per stabilire la diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimenti è quello della “discrepanza” tra abilità nel dominio specifico interessato (deficitaria in rapporto alle attese per l’età e/o la classe frequentata) e l’intelligenza generale (adeguata per l’età cronologica).
 
Sulla base di questi criteri si distinguono il Disturbo Specifico a carico della lettura (Dislessia), a carico della componente ortografica della scrittura (Disortografia), a carico della componente grafo-motoria della scrittura (Disgrafia), a carico del sistema di calcolo (Discalculia).
 
Si riconosce altresì la presenza di altre problematiche specifiche a carico di ambiti di apprendimento scolastico come il problem solving, lo studio e la comprensione del testo, ma ad oggi non esistono evidenze necessarie per annoverare tali difficoltà nell’ambito dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
 
Altre caratteristiche critiche dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono:
 
1)      Il carattere evolutivo di questi disturbi;
 
2)      La diversa espressività del disturbo nelle diverse fasi evolutive dell’abilità in questione;
 
3)      La quasi costante associazione ad altri disturbi (cormobilità); fatto questo che determina la mancata eterogeneità dei profili funzionale e di espressività con cui i DSA si manifestano, e che comporta significative ricadute sul versante dell’indagine diagnostica;
 
4)      Il carattere neurobiologico delle anomalie processuali che caratterizzano i DSA, che interagiscono attivamente nella determinazione della comparsa del disturbo, con fattori ambientali.
 
5)      Il fatto che il disturbo specifico deve comportare un impatto significativo e negativo per l’adattamento scolastico e/o per le attività della vita quotidiana.
 
Ci sono dei segni precoci e precursori che possono essere identificati, specialmente al termine del primo anno della scuola primaria, ed è importante segnalare ai genitori la comparsa di una o più delle seguenti caratteristiche:
 
·         Difficoltà nell’associazione fonema-grafema e/o grafema-fonema;
 
·         Mancato raggiungimento del controllo sillabico in lettura e scrittura;
 
·         Eccessiva lentezza nella lettura e scrittura;
 
·         Incapacità di riprodurre lettere in stampatello maiuscolo in  modo leggibile.
 
Si possono evidenziare segni precoci anche nella scuola d’infanzia:
  • Difficoltà      di linguaggio;
  •  
  • Inadeguata      padronanza fonologica;
  •  
  • Difficoltà      a compiere esercizi metafonologici;
  •  
  • Difficoltà      ad imparare filastrocche;
  •  
  • Difficoltà      nella copia da modello e disordine nello spazio del foglio;
  •  
  • Difficoltà      di attenzione;
  •  
  • Manualità      fine difficoltosa e goffaggine;
  •  
  • Difficoltà      di riconoscere destra-sinistra;
  •  
  • Difficoltà      a ripetere sequenze ritmiche ed a mantenere il tempo, soprattutto in      presenza di una anamnesi familiare positiva.
 
Classificazione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento
 
Offriamo di seguito una breve presentazione delle differenti tipologie di Disturbo Specifico dell’Apprendimento.
 
Verranno descritte le principali caratteristiche che distinguono tali quadri patologici, sebbene debba sempre essere tenuta in considerazione l’ampia eterogeneità che caratterizza questi profili.
 
 
Dislessia evolutiva - Disturbo specifico della lettura.
 
Disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà nell’imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella correttezza e rapidità della lettura, non dovuti all’azione di altri fattori, quali ad esempio handicap, cattiva istruzione od altri svantaggi.
 
In questi casi la lettura appare lenta e stentata, a volte sillabata, si caratterizza per la presenza di pause frequenti e/o errori quali inversioni o sostituzioni di lettere.
 
Le ricerche italiane hanno mostrato come, a tutte le età, i ragazzi dislessici presentino una velocità di lettura pari a circa la metà rispetto ai bambini senza difficoltà.

Disturbi specifici di scrittura:
 
Disortografia – componente ortografica.
 
Disturbo specifico di scrittura che riguarda la componente linguistica di transcodifica, memorizzare il rapporto tra i suoni di una parola ed i corrispondenti simboli grafici, e la relazione tra determinati vocaboli e la loro forma ortografica.
 
Per sapere, ad esempio, quali parole contengono “cq” o “q” al posto di “c” (esempio “acqua”, “aquilone”) e quali semplicemente “c” come “cuore”, è indispensabile aver associato il significato di una parola con la sua veste grafica, o meglio ortografica.
 
“Il bambino disortografico presenta un numero di errori nella scrittura di parole, frasi e periodi, maggiore di quanto previsto in base all’età, al profilo intellettivo ed al livello di istruzione, non imputabili alla mancanza di esperienza od a problemi motori. Spesso la disortografia si associa ad una diagnosi di dislessia, perché gli apprendimenti della lettura e della competenza ortografica risultano strettamente legati”.[2]

Disgrafia – componente grafo-motoria.
 
Disturbo specifico di scrittura che riguarda la componente motoria, deficit nei processi di realizzazione grafica, che risulta disordinata, illeggibile, o caratterizzata da troppa lentezza. La disgrafia vera e propria riguarda quindi in primo luogo il grafismo e non le regole ortografiche e sintattiche, che pure possono essere coinvolte, se non altro come effetto della frequente impossibilità di rilettura e di autocorrezione da parte dello scrivente. La mano dei bambini disgrafici scorre con fatica sul piano di scrittura, l’impugnatura della penna è molte volte scorretta, e la pressione della mano sul foglio è spesso inadeguata, troppo forte o leggera.
 
La capacità di utilizzare lo spazio per scrivere è, solitamente, molto ridotta il bambino non rispetta i margini del foglio, lascia spazi irregolari tra le lettere e le parole, non segue la linea di scrittura, procedendo con pendenze rispetto alla riga di riferimento. Le dimensioni delle lettere non sono rispettate, la loro forma è spesso irregolare ed i legami tra le lettere sono scorretti. Numerosi studi indicano una correlazione positiva tra velocità di scrittura e leggibilità: il bambino rapido è anche quello che scrive in maniera più leggibile.
 
Discalculia – disturbo specifico del calcolo
 
La discalculia evolutiva si definisce come disturbo a carico delle abilità numeriche ed aritmetiche, che si manifesta in bambini di intelligenza normale. Può presentarsi con una certa frequenza in associazione alla dislessia od a difficoltà di tipo visuo-spaziale. Alcune ricerche hanno suggerito che solo il 2,5% della popolazione scolastica presenterebbe difficoltà di calcolo in associazione ad altri disturbi, e solo per percentuali esigue (0,5-1% circa) si potrebbe parlare effettivamente di discalculia evolutiva. È importante sottolineare che la discalculia non si riferisce in modo generico a tutta la matematica, ma solo ad alcune abilità di base, che corrispondono all’elaborazione del numero ( lettura e scrittura del numero, giudizio di numerosità o di grandezza, ecc.) ed alle procedure necessarie al calcolo.
 
Nel sistema del numero ci sono disturbi nelle componenti lessicali (135 -> 145) componenti sintattiche (1035->100035),  componenti semantiche (4>5; 4>@@@).
 
Nel sistema del calcolo troviamo disturbi nell’elaborazione dei segni delle operazioni (2x5=7), procedure di calcolo tipo incolonnamento, prestito e riporto, e fattori numerici (2x5=15).
 
Nei DSA sono presenti criteri di cormobilità e difficoltà associative che devono essere tenute in considerazione durante le fasi di indagine diagnostica.
 
Si possono elencare in:
 
·         Disturbi linguistici (spesso anomia anche in presenza di un vero e proprio disturbo del linguaggio;
 
·         Difficoltà attentive e ADHD;
 
·         Difficoltà nella memoria visiva ed uditiva;
 
·         Difficoltà di organizzazione visivo-spaziale;
 
·         Difficoltà nella coordinazione motoria (disprassie);
 
·         Difficoltà emotive, disturbi del comportamento o dell’umore;


[1] Cornoldi, 1999,2007
[2] Orsolini, Fanari e Maronato, 2005; Vio e Toso, 2007

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