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Premesse d’architettura.

La difficoltà, è quella di stimolare l’interesse,  curiosità per una disciplina che sebbene appartenga con pieno diritto al quotidiano di tutti, solo pochi sanno quanto impegno, quante riflessioni, quanti tentativi e quante  decisioni sono prese in maceranti ore, giorni, mesi in cui si accavallano ipotesi progettuali più o meno discusse e condivise per  concludersi nella soluzione definitiva, nel continuo equilibrio tra storia e tradizione, tecnica e sostenibilità, lavoro e profitto, inventiva ed esperienza, norme e procedure, da sempre ingredienti principali della  progettazione. La responsabilità globale è del  tecnico, il quale, sia nell’elaborazione del progetto prima che nella direzione dei lavori poi, è sottoposto ad ogni forma di critica e giudizio, da quella di controllo dell’ente a quella delle commissioni, e infine alla vista di tutti gli utilizzatori dello spazio costruito che normalmente esprimendosi nelle loro critiche, sono limitati ai  dettagli, spesso di superficie ed ancor più spesso giustificate da singolari e spesso immotivati concetti di “buongusto”.

Il patrimono di costruzioni nel nostro paese ha notevole importanza sotto il profilo economico e sociale essendo radicato nella  cultura e nella tradizione il concetto si proprietà. Tutti siamo a conoscenza che oltre l’ottanta percento degli italiani abita una casa di proprietà.
Il patrimonio immobiliare, genera inoltre un importante quota della fiscalità.Conseguentemente, nella realizzazione di un edificio piuttosto che nella creazione di un investimento immobiliare sono attentamente valutati i più fattori che coordinati tra loro consentiranno all’investimento di essere più robusto.La conseguenza di quanti più fattori, non solo emotivi, si riconosceranno nel processo iniziale di studio e valutazione, maggiore sarà l’importanza storica, commerciale, economica e sociale dell’operazione:

- Forma – funzione, un refrain scolastico che può rimanere nel cassetto. A qualcuno viene in mente una funzione contemporanea che abbia il ruolo, la necessità o il bisogno di un aspetto fortemente rappresentativo? A me, no. Anzi.
- Il valore di posizione resta sempre un elemento fondamentale. Non solo intesa come genius loci, privacy, orientamento, viste, stilemi, ma che soprattutto, considera ulteriori elementi ancorpiù significativi quali la prossimità ai servizi, ai centri di aggregazione sociale e culturale, alla facilità di utilizzo dei servizi, dei trasporti, della sicurezza e delle infrastrutture stradali.
- I contenuti dell’edificio sono conseguenza delle tecnologie utilizzate per la costruzione. Per la parte strutturale possono essere utilizzate diverse tecnologie, dalle ordinarie realizzazioni in calcestruzzo modellato in opera, alla prefabbricazione pesante in elementi di cemento armato o la struttura metallica, per finire con le recenti applicazioni della tecnologia per strutture in legno con l’utilizzo del sistema Xlam.

Grande importanza tuttavia, è destinata alla ottimizzazione del fabbisogno energetico mediante l’utilizzo delle energie gratuite offerte dalla natura con, sole, acqua, aria e vento. Lo scopo è quello di prevedere il minor consumo di prodotti non rinnovabili con conseguente riduzione delle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera.L’evoluzione naturale dei temi relativi al contenimento energetico, sposando la richiesta di benessere abitativo sia fisico che mentale, trova il suo compimento nella bioedilizia. Qui i concetti del benessere umano si fondono con l’uso dei materiali naturali e rinnovabili per la costruzione, per il riscaldamento, il raffrescamento, l’acqua sanitaria e la metabolizzazione naturale dei reflui conseguenti. Da qui il passo è breve per arrivare a concetti di riuso e riciclo, decrescita, economia circolare.

- la stabilità è un concetto ampio e che solo in parte attiene alla staticità del realizzato, per il quale sono stabilite con norma, classi di resistenza sulla base della localizzazione, delle destinazioni d’uso e  della durata prevista dell’opera.
Ma l’evoluzione normativa ha ampliato il concetto introducendo ulteriori livelli di sicurezza in collaborazione alla pianificazione del territorio, così che nella fase di progetto vengano anche considerati il rischio ambientale con adeguate contromisure, la resistenza sismica,  esondazioni,  frane,  valanghe, erosioni arginali e litorali, vulcani. E nuove problematiche emergenti ci obbligano a riflettere anche al rischio antropico generato  da fenomeni di deindustrializzazione, sovrappopolamento o  spopolamento, da immigrazione, dalla fruizione turistica e dalla presenza della criminalità.

Concludo questa breve introduzione con una riflessione del tutto personale e rimando ad un successivo intervento l’approfondimento delle tematiche qui citate, in modo più approfondito, e magari con il contributo dei lettori.
Ho sempre pensato, quando ho potuto, che l’oggetto costruito appartenga a più reti di relazione. Prima partendo da presupposti di carattere abitativo, distributivo per adattarsi agli standard di arredo che l’industria del mobile propone. Poi l’immagine globale dell’opera inserita con armonia e discrezione nel contesto, che riconosce le peculiarità formali e tipologiche locali, in equilibrio con le nuove tecnologie, che è destinata alla sensibilità del progettista. Ma la viabilità è importantissima alla necessità umana di spostamento, qualuque ne sia la ragione. Ogni costruzione perciò, ha rapporti con tutti i mezzi di trasporto. Quelli pesanti nelle fasi di costruzione e manutenzione e poi con  auto e moto. Ma le relazioni con l’intorno e con la città di appartenenza avvengono principalmente a piedi, in bicicletta e ove presente il servizio, con l’uso dei mezzi pubblici.
La mia personale opinione è di ritenerle tra loro tutte similmente importanti, distinguendo tra loro solo un grado di pericolosità.  
Dato il presupposto che la viabilità ciclo-pedonale non è un modo di viaggiare secondo a nessuno, anzi, direi competitivo a quello meccanico, ritengo che debba essere attentamente considerata la presenza di una rete ciclo pedonale di rapporto con la città, con le località contermini e con i luoghi di lavoro, studio e tempo libero. Molto si stà facendo tra le mille difficoltà dopo decenni in cui la rete stradale è stata pensata e realizzata per viaggiare tutti, solo con mezzi meccanici. Uno sviluppo della viabilità ciclo-pedonale, come è avvenuto in altre nazioni, non solo legato al turismo, è ancora da lontano dal trovare un principio generale nel nostro paese. Il solo recupero delle antiche tracce di paleosentieri, di tracciati e centuriazioni imperiali, potrebbe avere almeno dimensione regionale e bene si presterebbe ad un uso esclusivamente ciclo-pedonale proprio per la sua natura dimensionale e per la delicatezza dei contesti coinvolti. Potrebbe divenire una nuova opportunità di sviluppo sostenibile per il trasporto nel ripetto dell’ambiente, per valorizzare tutto il territorio in maniera diffusa, per implementare le opportunità turistico-ricettive e per avere ulteriori ragioni di approfondimento di storia e cultura localistiche.  Non ho mai immaginato l’architettura come ad un imbuto, che prima raccoglie i problemi e poi propone un unica soluzione, ma come un colapasta dai mille rivoli che  rappresentano le tante coesistenti soluzioni alle quali il progettista con la propria personalità, talento e sensibilità, darà interpretazione.

Battaiotto arch. Rolando

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